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MEGLIO SOLI?

  • 12 set, 2018

Possiamo davvero bastare a noi stessi?

A tutti noi è forse capitato di pensare che stiamo bene da soli e possiamo trascorrere felicemente la nostra vita da soli senza impegnarci in una relazione sentimentale. Ma è davvero così? O ce la stiamo raccontando?

Certo, a volte è necessario stare da soli in alcuni periodi della nostra vita, più o meno lunghi a seconda delle circostanze, e penso per esempio a tempi di transizione dopo la fine di un’importante relazione (lutti, separazioni, crisi particolari), dopo la quale può rendersi fondamentale un tempo di raccoglimento, rielaborazione e maturazione. Pena la possibilità di ricominciare davvero una relazione affettiva senza incappare in sterili copioni che si ripetono all’infinito (lasciando nel medio-lungo termine un sensazione interiore di vuoto e mancanza di senso), o in relazioni compensative che servono ad aggirare il dolore e la frustrazione spesso ingenti della perdita.

Ma per il resto, la natura dell’essere umano, biologicamente intesa, è sociale e relazionale, e sembra pertanto prevedere la RELAZIONE AFFETTIVA come ‘conditio sine qua non’ per la piena realizzazione del suo potenziale creativo e umano, quindi per il raggiungimento di un reale stato di felicità e benessere.

Personalmente sospetto sempre tristemente delle persone che raccontano di bastare a se stessi, e temo sempre ci sia un fantasma di PAURA DELLA RELAZIONE, non una condizione di reale amor proprio. Molto facile confondere queste due dimensioni. Non sembra naturale per l’essere umano essere ‘affettivamente indipendente’, quanto piuttosto essere affettivamente responsabili per se e per l’altro, senza che una cosa escluda l’altra. Del resto è da una sana dipendenza (quella primaria con le figure genitoriali) che scaturisce una sana indipendenza e interdipendenza con l’Altro.

Molto meglio riconoscere di essere terrorizzati dalla relazione, probabilmente perché traumatizzati, piuttosto che dichiararsi felici eremiti esistenziali. Quanto meno si è più vicini alle proprie emozioni e alla verità della propria pancia, smettendola di raccontarsela nella mente.

Ed è solo rimanendo collegati alla verità delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti che possiamo ripartire, sentendoci vivi e potendo godere davvero della Vita.

“L’essere umano comincia la propria avventura di vita emergendo da una simbiosi: iniziamo la nostra vita GRAZIE a una relazione, l’incontro amoroso fra il maschio e la femmina, e NELLA relazione, una relazione molto stretta, quella tra corpo materno ed embrione, che implica una fusionalità corporea ed emotiva, appunto simbiotica.”

G. Mieli

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Autore: Luciana Basilicò 31 gen, 2020
Coppia, genitorialità, formazione, terapia: tutti ambiti dove si cresce e rinasce a partire da una crisi.
Sembra che tutto ciò nasca dalla possibilità di riconoscere il limite e il fallimento.
Il sentimento di VULNERABILITA' è quindi da proclamare come diritto dell'uomo, che va espresso e garantito remando contro qualsiasi principio di eccellenza. Negare, nascondere la propria vulnerabilità è equivalente a negare la propria parte vitale, non si possono provare delle emozion i selettivamente, il corpo non può selezionarle e nel non viverle è negata la vitalità della propria essenza. Se invece vengono accettate tutte come pacchetto di vulnerabilità, allora si può stare in uno stato vitale, in un atteggiamento di dignità, di grande accettazione, riconoscimento di questa parte in quanto essenziale, fondante, intensa.
La necessità di guardare alla vulnerabilità con dignità è un primo step per superare la paura che può abitare dentro di noi di incontrarla.
Autore: Luciana Basilicò 22 ott, 2018

Lo Psicodramma è una psicoterapia molto efficace poiché consente alla persona di esprimere le proprie emozioni e i propri conflitti più profondi, comprese le paure, la rabbia, la vergogna e il dolore repressi, che in quanto tali possono creare disturbi nella vita e nelle relazioni interpersonali.

Il tutto avviene in un contesto molto ‘ludico’, dove avvengono giochi corporei e la persona è agevolata a entrare in relazione con se stessa e con gli altri seguendo il flusso della  propria spontaneità e creatività, abbassando notevolmente il livello dell’ansia, per poi entrare nel proprio ‘teatro interno’ o ‘mondo interiore’ in modo fluido e naturale.

Infatti lo Psicodramma si avvale di alcune prassi tipiche del teatro, quali la drammatizzazione, il gioco di ruoli, l’ingranamento di personaggi ‘altri da sè’, che consentono letteralmente di rappresentare e vedere in scena aspetti di Sè e della propria vita, uscendo da certe rigidità di pensiero e comportamento.

Questo aiuta la persona a ‘vivere’ nel presente e nel corpo le proprie emozioni, liberarle, rielaborarle poi attraverso la parola e il sostegno del terapeuta.

PROVARE PER CREDERE!!
Lo hai mai provato?

Autore: Luciana Basilicò 22 ott, 2018

“La nostra libertà non è incondizionata ma è vincolata alle leggi di Natura cui l’essere umano non sfugge.
La PSICOLOGIA, prima che metodo per la cura dei disturbi mentali, è la scienza che studia le condizioni emotive e relazionali, che permettono la sopravvivenza della specie.
Se non le conoscesse, non le potrebbe studiare.

Occorre una prospettiva in grado di restituire all’uomo la sua scomoda ma splendida complessità, e indicare le condizioni necessarie per la realizzazi one della sua umanità.”

G. Mieli

Autore: Luciana Basilicò 22 ott, 2018

Il passaggio dal mondo infantile a quello adulto é il passaggio dal poter “sentire” senza poter far nulla, tranne godere o subire, al “sentire” ed eventualmente poter agire per cambiare.

Che ne pensi?

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